Lo Spirito Santo non ha perso l’intelligenza o la capacità di comprendere.

Magari nel rappresentarLo il Papa, nella sua traduzione di uomo, può usare accentuazioni che sono caratterizzate dalla sua storia o dalla sua provenienza, ma non stravolge.

Sono quelli che a loro volta riportano che stravolgono e modificano il messaggio.

Ieri il Papa ha ricordato la nefandezza dei totalitarismi del secolo scorso, degli estremismi, del terrorismo e del radicalismo che ancora ci perseguitano.

Un discorso non di parte o da considerare tale.

Solo la stupidità di certi politici odierni lo può far credere con il determinante contributo di giornalisti dello stesso livello.

Infatti proprio dalla “debolezza della politica”, dal suo “settarismo” parte quel “declino morale” che incentiva “una concezione antagonistica dei rapporti umani”.

È così che si fa strada un confronto politico sul nulla dei problemi che anche qui cerchiamo di contrastare.

L’ipocrisia di prendere sempre una parte dei discorsi per scagliarli contro l’avversario.

Il Papa giustamente ha parole dure contro il rifiuto alla comprensione, all’accoglienza, ma lo fa mettendo insieme anche il rifiuto della guerra e della sopraffazione che creano gli interessi contrapposti.

Non può esistere un mondo di pace se non esiste il riconoscimento della reciprocità nei rapporti.

Non può esserci un messaggio di verità se non esiste il rifiuto alla unica ed esclusiva convenienza di parte.

Sarebbe bello che ci fosse chi raccoglie con umiltà i messaggi positivi e non scaglia persino quelli nella vile e meschina quotidianità del suo basso esistere politico.

L’odio non è negli altri è soprattutto in chi continua ad attribuirlo agli altri.

Ecco il senso del titolo.

Una frase di un grande avvocato penalista, Odoardo Ascari, che amava la giustizia e che ricordava come nella sua bandiera non ci fossero toppe: un vecchio liberale, ufficiale degli Alpini, reduce di Russia.