di Eugenio Baresi
A carico dello Stato italiano la Corte di Appello del Tribunale civile di Roma ha stabilito in 330 milioni il risarcimento a favore della società Itavia per il disastro di Ustica.
Stiamo parlando di un drammatico episodio nella storia degli attentati del Paese, ed unico per il quale si è richiesta una responsabilità delle Istituzioni.
Le sentenze penali con certezza definiscono fantascienza immaginare eventi di guerra.
Ma sentenze civili che si basano su travisamento dei fatti rispetto alla realtà hanno portato alla decisione sopra riportata.
Meglio dire che i giudicanti civili per motivare quelle sentenze hanno modificato i fatti reali accertati penalmente.
Affermazione non indifferente, resa pubblica da tempo e portata a conoscenza con documentazione di prova.
Ne sono stati informati il Presidente della Cassazione, il Procuratore Generale della Cassazione, il Consiglio Superiore della Magistratura, le autorità di vari Governi.
Unica reazione quella del CSM che ha risposto di non essere competente perché le contestazioni fatte sono di natura giurisdizionale e non di natura disciplinare.
Non si capisce come non sia competenza, per tutelare l’ordinamento, accertare se sono vere o false le affermazioni che accusano sentenze di essere il risultato di travisamento.
Non è indifferente in generale, ma su questa vicenda è dirimente.
Il Procuratore Generale della Cassazione è il massimo organo responsabile dell’azione penale e viene da chiedersi come non sia interesse porre in essere alcun accertamento.
Le sentenze travisano o non sono vere le affermazioni di chi le considera frutto di tale azione?
Non è indifferente in generale, ma delle due l’una: o è vera una cosa o è vera l’altra?
Ancora sottolineiamo che stiamo parlando di uno dei più tremendi disastri nella storia italiana con relativo danno per i cittadini italiani fra i più gravi della storia italiana.
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