Elencare le crisi aziendali che il MISE (Il ministero dello sviluppo economico) dovrebbe cercare di risolvere porterebbe via lo spazio per le note quotidiane.
Il problema è che tutto questo riguarda i lavoratori delle aziende e per alcuni casi eclatanti tutti i cittadini italiani.

Naturalmente chi non avendo mai lavorato e se ne occupava come Ministro adesso si occupa, con competenza misteriosa, di affari esteri, ma altri scudieri restano anche se essi pure hanno avuto con il lavoro qualche rapporto per lo più sconosciuto.
Citare due casi è semplicemente emblematico: Alitalia e Pernigotti.
L’Alitalia rimane una vorace bolgia che richiama entità di denaro pubblico che manterrebbero il Parlamento per più legislature.
Ma i nostri prodi (minuscolo) sono lieti di annunciarci che tagliando strumenti di democrazia rendono agli italiani un mucchio di soldi.
L’interesse della politica e dei suoi rappresentati dovrebbe essere nel non buttarli, ma per loro questo concetto è sconosciuto non avendo mai avuto occasione di guadagnarseli con un lavoro o con un intraprendere.
Così siamo in attesa dell’ennesimo rinvio di una decisione su una compagnia di bandiera che resta neppure sgualcita,ma nuda nella sua drammatica situazione.
La Pernigotti è situazione preoccupantemente comica perché lo scorso mese venne annunciato che nessuno dei 100 dipendenti avrebbe perso il posto di lavoro.
Ora nemmeno in 30 giorni tutto ciò non è più vero.
Insomma l’ennesima bufala che fa il paio con il pomposo annuncio di aver cancellato la povertà.
Intanto in questo disastro chi dovrebbe controllare e sovrintenderne utili rimedi, il presidente del consiglio, prosegue la vita nel meraviglioso anno che ci aveva annunciato.
Certamente meraviglioso per lui.