“Signora Maestra, Pierino mi ha rubato il fa punta”.
Per chi non potesse ricordare o conoscere il fa punta era il temperamatite.
Ormai nella politica dell’oggi non siamo nemmeno all’asilo, ma alle comiche dell’asilo.

 Si apprende che i candidati alle elezioni regionali Umbre del prossimo 26 ottobre nello sottoscrivere la candidatura hanno dovuto pure firmare, di fronte al notaio, l’impegno a versare 30 mila euro nel caso abbandonassero il partito una volta eletti.
La comicità della attuale classe politica ha superato ogni limite.
 Chi mai avrebbe potuto pensare che la condivisione di opinioni e sentimenti, forte e profonda che dovrebbe contraddistinguere l’impegno politico sia ridotta a puro mercimonio.
Un modesto mercimonio: due mesi scarsi di stipendio di un consigliere regionale.
Immaginate Saragat quando ruppe con Nenni fondando il Partito Socialdemocratico non condividendo la deriva di unità a sinistra.
Immaginate cosa sarebbe stato il PSIUP nel rompere il Partito socialista questa volta perché aveva aderito al centro-sinistra.
O cosa sarebbe dei compagni del Manifesto che ruppero con il PCI non condividendo l’abbandono parziale della lotta di classe in tutte le sue derivazioni.
I giovani non conoscono il valore umano, politico, morale di ideali di tutti quei protagonisti.
Si possono giustificare perché l’ignoranza non è una loro colpa, ma una responsabilità di chi ha distrutto la memoria raccontando solo ignominiose calunnie su una lunga stagione politica di grandi realizzazioni.
La cosa gravissima è che il PD deriva da una costola di tutte quelle avventure guidate dalla sofferenza di convinzioni che si dividevano e si scontravano nella prospettiva degli ideali da realizzare.
Ormai il PD è un facsimile della storia politica, immagina di mercificare il valore della politica obbligando i suoi eletti a sottoscrivere clausole che li obbligano non ha rispettare i motivi per i quali sono stati eletti, ma solo ad accettare qualsiasi decisione i capi prendano.
D’altronde abbiamo questo governo!