Non è uno scherzo anche se immaginiamo non piaccia il pensiero.
Non lo è certamente e appunto per i problemi che causa, ma non lo è nella provocazione.
Dei primi siamo già informati, della seconda diciamo “due cose”.
L’evidenza che maggiormente emerge è la caduta del modello globalizzato.
Probabilmente la produzione dovrà tornare ad essere più distribuita e meno concentrata nell’unico interesse di chi guadagna.
Il modello della globalizzazione come l’abbiamo conosciuto ha trovato uno schiaffo nell’impossibilità di sopportare un blocco alla produzione ed alla spesa che si è verificato nel Paese che più ne aveva tratto vantaggi e più ne aveva distribuito a pochi.
Il regime cinese ha basato il suo successo attraendo le multinazionali occidentali per la facilità e per la convenienza nella produzione, visto che per chi cerca solo i soldi non interessa molto la democrazia vera.
Quindi produzione a basso costo che ha favorito i guadagni dei cosiddetti imprenditori che là portavano la produzione… ovvio a scapito dei lavoratori che perdevano il lavoro qui nei nostri Paesi.
Che ora ci si debba rendere conto che una simile logica stia portando al disastro con l’apparire di un virus non può che essere positivo.
Come avevamo già scritto tempo fa speriamo che si ritorni a ragionare sul lavoro da offrire piuttosto che sull’utile da incassare.
Inoltre, se pensiamo alla Cina, non è che il grande sviluppo a scapito del lavoro tolto all’occidente abbia così positivamente affrancato i poveri cinesi.
Infatti, lo stesso regime, come è tradizione di tutti i regimi, ha favorito la crescita di una piccola parte della popolazione con grandi possibilità di spesa nel lusso lasciandone nella sostanziale indigenza la stragrande maggioranza.
Non a caso il contrasto fra estrema povertà e estrema industrializzazione ha portato e porta quel Paese ad essere culla di strani “eventi”.
Allora ne usciremo bene se si ritornerà ad immaginare che forse è meglio avere un costo di produzione maggiore anche se con un utile inferiore, ma con la sicurezza sociale e la certezza che la democrazia è il massimo del guadagno.
Lascia un commento