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pensieri sull'attualità

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Lavoro e lavoratori.

di Eugenio Baresi

Proprio due giorni fa, nel 1970, veniva approvata dalla Camera dei Deputati la legge n.300.

Meglio nota come Statuto dei lavoratori.

Il Presidente del Consiglio era Mariano Rumor ed il Ministro del lavoro era Carlo Donat Cattin, entrambi democristiani.

Il disegno di legge governativo era stato predisposto appena un anno prima da Giacomo Brodolini, Ministro del Lavoro e socialista, con lo stesso Presidente del Consiglio.

(Brevissima nota: Brodolini ha fatto il Ministro per nove mesi, ma essendo capace ha potuto predisporre un testo fondamentale e approvato con l’impegno di un altro Ministro capace).

Oggi il lavoro in tanti settori è completamente diverso nella sua organizzazione ed è quindi quanto mai opportuno che se ne verifichi l’attualità.

Ma oggi c’è un problema ben peggiore; se le cose continuano in questo modo bisognerà preoccuparsi che ci sia ancora il lavoro.

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I diritti dei lavoratori.

di Eugenio Baresi

Curiosamente ci sono categorie di lavoratori per cui i diritti pare non valgano.

Per esempio i parrucchieri.

Lavoratori autonomi che devono lavorare 7 giorni su sette, 12 ore al giorno.

Questo per potersi mantenere e pagare le tasse perchè per loro non vi è cassa integrazione se non lavorano.

Sono artigiani.

Poi per contro c’è chi si indigna della commozione di un ministro che vede riconosciuti i diritti dei braccianti.

Il ministro è stata una bracciante ed ha provato sulla sua pelle l’umiliazione di un salario irrisorio.

Ha provato l’umiliazione della schiena piegata e del volto a dieci centimetri da terra per un irrisorio riconoscimento e quindi immaginarsi la sua soddisfazione dovrebbe essere una soddisfazione di tutti.

Ma perché non si usa il cervello?

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Raziocinio, serve solo il raziocinio.

di Eugenio Baresi

Quasi tutti i prodotti ortofrutticoli italiani non arriverebbero mai dai fruttivendoli e poi a casa di ognuno se non ci fossero gli irregolari che li raccolgono.

Detta così dovrebbe sconvolgere… ed è proprio così.

L’ulteriore fatto insopportabile e indecoroso è che sono sottopagati e sfruttati.

Ma lo sono perché le tasse dello Stato impediscono ogni altra forma di salario se si vuole essere sul mercato.

Allora tutti questi incapaci che governano, alcuni ininterrotamente da quasi dieci anni, non hanno nulla da rimproverarsi?

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Distanziamento e distanza sociale.

di Eugenio Baresi

Il gioco delle parole è tante volte curiosamente divertente, ma può divenire tragico.

Così la distanza che è il metodo migliore per sconfiggere un virus, almeno apparentemente, modificandone le circostanze diviene il risultato peggiore nell’accentuare le diversità, questo certamente.

Il distanziamento sociale fra vigorosi e gracili di fronte al virus è positivo.

Diverso e non positivo è constatare come lo stesso virus abbia cambiato anche la distanza fra ricchi e poveri tanto pericolosamente cresciuta.

Due distanze con opposti risultati una nel beneficio e l’altra nella sciagura.

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Il lavoro.

Quello che conta è il lavoro.

Il mondo è cresciuto, nel bene e nel male, perché l’uomo ha intrapreso, ha rischiato, ha costruito, ha lavorato.

Purtroppo non è facile nei tempi dell’oggi avere il lavoro e tanto spesso è anche difficile conservare il lavoro.

Entrambe le situazioni difficili da sopportare e da accettare.

Essere inutili non è una condizione di piacere.

Allora quello che si deve fare è attivare tutto il possibile perché il senso dell’inutilità non diventi disperazione.

Non è facile sia essere dalla parte di chi il lavoro non lo ha, sia essere dalla parte di chi deve realizzare le possibilità perché il lavoro ci sia.

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Un virus positivamente idealista…

Non è uno scherzo anche se immaginiamo non piaccia il pensiero.

Non lo è certamente e appunto per i problemi che causa, ma non lo è nella provocazione.

Dei primi siamo già informati, della seconda diciamo “due cose”.

L’evidenza che maggiormente emerge è la caduta del modello globalizzato.

Probabilmente la produzione dovrà tornare ad essere più distribuita e meno concentrata nell’unico interesse di chi guadagna.

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Bighelloni inconcludenti… semplicemente incapaci approfittatori.

Normalmente si sa che è molto più facile criticare che fare.

Nell’attuale vicenda politica questo accade oltre ogni ragionevole e benevola comprensione da parte di chi dovrebbe fare.

Gente come i 5strelli che manifesta contro i presunti privilegi di vecchietti ex parlamentari, peraltro inesistenti come abbiamo dimostrato, e contemporaneamente non facendo nulla porta a casa 17 mila euro al mese.

Perchè non facendo niente?

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Senza parole e senza speranza.

Il Corriere della Sera, più importante giornale italiano, pubblica parole di Beppe Grillo, fra virgolette, che giustifica l’esigenza di rimanere al governo da parte dei 5stelle, pena il fatto che con nuove elezioni i loro deputati, non rieletti e quindi senza alcun lavoro, si riverserebbero sotto la sua casa e quella di Casaleggio, che invece sono ricchi, per chiedere un lavoro.

E nessuno dice nulla!

E poi fanno indagini e arrestano per voto di scambio un sindaco di un paesino di mille abitanti!

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È sempre colpa degli altri. Adesso vediamo di chi è la colpa per Alitalia.

Da venticinque anni ci raccontano che la colpa è di quelli che c’erano prima.
Sarebbe bello, e anche opportuno, che finalmente quelli di adesso ci dimostrassero un loro merito.
Senza salire sul balcone per annunciare l’abolizione della povertà… ovviamente dimostratasi una presa in giro.

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Arcelor Mittal. Possibilità di produrre. E’ questo il problema.

Nel luglio scorso la procura di Taranto ha bloccato l’altoforno 2… e fra un mese potrebbe ribloccarlo.
Naturalmente nessuno ha il coraggio di porre il problema vero di tutta la questione: cosa può inventarsi qualche magistrato.

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