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pensieri sull'attualità

Tag: democrazia (page 1 of 3)

La Cina è vicina: meglio di no.

di Eugenio Baresi

Dopo averci regalato il disastro del virus, approfittando dei problemi gravi delle economie dei paesi democratici, la dittatura del regime cinese ha distrutto e cancellato quei minimi residui di libertà che Honk Kong ancora conservava del suo passato di protettorato britannico.

Questo è un dato di fatto.

Come lo è la benevola attenzione che è stata riservata alla Cina da chi con essa ha guadagnato e guadagna.

Ora criticando chi uccide la libertà potrebbe apparire curioso criticare la libertà di fare affari con chi si vuole.

Ma non è proprio così.

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Pierino e il lupo.

di Eugenio Baresi

Leggendo qua e là capita di trovare una intervista sulla pandemia che serve per pubblicizzare un nuovo libro in uscita.

Si sa che anche quelli famosi senza che la gente sappia che hanno scritto non venderebbero alcun libro… ed a loro un aiuto non lo negano e non se lo negano.

Altettanto evidente che per i giornalisti militanti tracciare il solco sia una convinzione del loro buon agire.

Ecco che così messe insieme le due occasioni si può essere informati che:

Il peggio è passato, non solo dal punto di vista sanitario: “Se al governo ci fosse stato Matteo Salvini, durante la pandemia, il rischio che l’Italia finisse come l’Ungheria sarebbe stato molto concreto. L’invocazione dei ‘pieni poteri’ il Paese l’ha vissuta in tempi normali. Ma cosa sarebbe successo nel momento dell’emergenza? Il pericolo che lo stato d’eccezione fosse interpretato in maniera illiberale, come nei paesi di Visegrad, a quel punto sarebbe diventato una possibilità”.

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Il casino di villa Pamphili.

di Eugenio Baresi

Non vorremmo sembrare scortesi rimembrando un meretricio in riferimento agli stati generali del presidente del coniglio.

D’altro canto il termine ambiguo lo ha usato lui in riferimento al luogo.

Quindi se doppio senso può esserci non è di nostra responsabilità.

Certo che immaginare una cosa a porte chiuse in una villa così, ai cinefili, fa venire in mente Eyes Wide Shut.

Poi è curioso che quelli che volevano aprire tutto… oggi ormai fanno tutto senza che si sappia… si sono proprio chiusi loro nel comodo velluto della agiatezza romana.

Ma veniamo al punto.

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Il perdurante uso politico di giustizia e informazione.

di Eugenio Baresi

Quello che dispiace, nell’avere conferma di quello di cui si era sempre stati convinti, è proprio il danno che è stato creato istigando le persone all’odio.

La rappresentanza politica del Paese non è vero che rappresenti le medesime qualità o negatività del Paese.

Oggi il Paese potrebbe essere molto meglio di quei governanti che ci sono.

E ci sono grazie al fatto che il perdurante uso politico di informazione e di giustizia ha consentito per anni di agire nell’imbroglio, di raccontare l’imbroglio, di sentenziare l’imbroglio… ma quello inesistente degli altri nascondendo le proprie porcherie.

E modificando i principi fondamentali di ogni democrazia.

Non può sopportarsi una connivenza nello stare zitti.

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La democrazia e le decisioni politiche.

di Eugenio Baresi

Ieri mentre ci si attardava su di un improbabile ministro italiano alle prese con un magistrato, un ennesimo episodio dimostra come sia urgente ritornare ai principi di uno Stato democratico.

Anche in Europa.

La Corte Costituzionale tedesca stabiliva che entro tre mesi si deve accertare se vi è proporzionalità in un meccanismo di intervento economico della Banca Centrale Europea.

Ora di costituzionalisti per quanto ci riguarda in Italia ne abbiamo già troppi, quindi non ne cerchiamo per la Germania.

Ma la semplice logica impone di far osservare come le decisioni politiche restino da affidarsi alla politica.

Non può esistere Costituzione che valuta quanto sia necessario fare proporzionalmente.

Le valutazioni sono della politica.

Purtroppo la politica è debole ovunque e questo ci riporta in Italia.

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Politica e giustizia giustizialisti: dannosi e pericolosi.

di Eugenio Baresi

Semplicemente o il ministro Bonafede imbroglia sui fatti o il magistrato Di Matteo imbroglia sui fatti.

Non c’è una terza opzione.

Ed allora abbiamo il diritto di sapere chi è falso.

Il ministro non può pretendere che la sua parola valga come smentita quando non ha mai accettato che la parola di altri valesse da subito, ma da subito pretendendo dagli altri le dimissioni.

Il magistrato non può pretendere che gli si creda a prescindere quando il suo agire è sempre stato nello svillaneggiare gli atti dei politici, fino ad ora di politici non dalla parte dei giustizialisti.

Entrambi contro la semplice regola democratica che non si è colpevoli fino a definitiva condanna… poi da noi pure in questo caso vale il dubbio.

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I congiunti del congiuntivo.

di Eugenio Baresi

Leggi e provvedimenti sono normalmente redatti da persone indubbiamente dotate di titoli.

Quindi immaginare che la lingua italiana nella sua raffinata possibilità di esprimersi sia da loro conosciuta parrebbe evidente.

La cosa ancor più incredibile è che la firma per renderli appunto provvedimenti sia di un presidente del coniglio che dovrebbe essere normalmente portato all’uso degli indicativi e rispettoso delle garanzie costituzionali.

Drammaticamente però è stato dimenticato l’uso del semplice indicativo rendendo indispensabile l’utilizzo dei congiuntivi per poterli interpretare… comprenderli è ancor più arduo.

Drammaticamente però è fonte di abusi e soprusi l’indeterminazione.

Drammaticamente però è agire pericoloso mai discuterli nella sede del potere legislativo.

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L’auspicio che io rammento in tutti i miei interventi è quello che il ricordo di allora sia oggi motivo di condivisione e non di divisione. Agape Nulli Quilleri, staffetta Partigiana.

Valori aperti a tutti perché il sacrificio delle Fiamme Verdi è stato un sacrificio per l’Italia, per gli italiani, per un popolo che condivide non per una parte che vuole dividere”.

Quest’anno Agape non c’è nel giorno che l’ha vista uscire dal carcere nel 1945.

Aspetto la fine della guerra perché la primavera qui non entra, siamo noi che dobbiamo crearla”.

Quelli come lei hanno immaginato gioiosamente per tutti il ripetersi della meraviglia che la natura rinnova ogni anno.

Agape con il semplice doloroso esempio della sua giovanile esperienza ci ha indicato non una semplice traccia, ma una necessaria condizione: la libertà.

Quella libertà che deve essere di ognuno di noi e che deve essere per ognuno degli altri.

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Un virus positivamente idealista…

Non è uno scherzo anche se immaginiamo non piaccia il pensiero.

Non lo è certamente e appunto per i problemi che causa, ma non lo è nella provocazione.

Dei primi siamo già informati, della seconda diciamo “due cose”.

L’evidenza che maggiormente emerge è la caduta del modello globalizzato.

Probabilmente la produzione dovrà tornare ad essere più distribuita e meno concentrata nell’unico interesse di chi guadagna.

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Siamo peggio del Venezuela.

Nemmeno in un paese come il Venezuela il presidente dittatore Maduro si permette di fare mettere sotto processo dalla magistratura compiacente il suo oppositore Guaidò.

Per vedere cose simili bisogna ritornare ai peggiori regimi del secolo scorso.

E non è una esagerazione.

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