Il dipinto che qui ci racconta l’Annunciazione del Signore è particolare.
Un dipinto di Caravaggio.
In questo dipinto non è l’abitudine che ci richiama la consueta rappresentazione dell’annuncio dell’Angelo a Maria con la levità dell’immagine, la dolcezza dei colori, la trasparenza dell’aria, l’armonia delle figure.
Scuro, in una natura scarna ed essenziale, quasi drammatico nella forza delle figure, nella preminenza dell’Angelo su una Maria inginocchiata e abbandonata alla parola.
Una tenue luce nella purezza del giglio.
Un bianco bagliore oggi tanto necessario.
La scelta di parlare di questa rappresentazione sta tutta nel tempo che viviamo.
Difficile, complicato, drammatico, inconsueto.
Il dipinto di Caravaggio ci inserisce in questo cupo pensiero, ma ci indica di come la fede sia poi la via della luce, della speranza fiduciosa, della carità necessaria.
Il momento che significa salvezza non è nella luminosità dei colori, nell’allegria del bello, nel canto della gioia.
È nella accettazione positiva di un compito che è assegnato.
Allora può esserci particolarmente utile oggi.
Certo questo incedere è intimamente connesso alla fede cristiana, eppure non serve essere credenti per accoglierlo.
È necessario che ognuno si attrezzi a svolgere un compito impegnativo mettendo a disposizione quelle che sono le sue competenze, le sue attitudini, le sue potenzialità.
Sarà assolutamente importante che il cammino di ricostruzione che ci attende veda la pazienza, rinvigorita dalla fiducia, in un impegno di tutti.
Non sarà facile risollevare l’economia, far ripartire la quotidianità, che così interrotta, troverà ostacoli ardui per molti.
Ma questo dipinto, così inconsueto, ci fa comprendere come sia possibile.
25 Marzo 2020 at 09:20
… nell’accettazione positiva di un compito che c’e’ assegnato….. ( superba riflessione…. non facile ma bellissima)