In attesa degli sviluppi di una offerta pubblica di scambio come quella di Intesa verso UBI banca appare particolarmente curioso quanto accade alle azioni di UBI.
Non azioni qualsiasi, ma quelle di chi con poco ne controlla la gestione.
Se poi accade anche che, in un momento tanto complicato, si trovi il tempo di sostituire un consiglio di amministrazione di una banca controllata appare una ulteriore fonte di lecita curiosità.
Ovvio tutto legittimo, ma raccontato con maggiori particolari parrebbe quantomeno incomprensibilmente legato a quei valori etici che hanno portato i medesimi a motivare la contrarietà all’offerta di Intesa.
Che poi, per la verità, non si sa quali siano questi particolari, unici ed esclusivi valori etici è altra legittima curiosità.
Ma vediamo.
Ne abbiamo già bene illustrato come con un modestissimo investimento certi signori abbiano il controllo di una banca significativa grazie all’apporto, peraltro appena appena meno modesto, di due fondazioni para pubbliche di cui abbiamo raccontato la particolare catena di comando.
Che quelli stessi siano contrari ad una operazione che creerebbe un rispettabile e rispettato forte istituto bancario capace di consolidare l’intero sistema Paese risulta poco comprensibile se non nella logica che loro non comanderebbero per nulla.
Allora è sempre e forse più di una curiosità apprendere quanto raccontato, da osservatori attenti, sui movimenti delle azioni nelle scorse settimane ad opera di alcuni di quei fieri oppositori dell’aggregazione con Intesa… e, ripetiamo, in piena tempesta virus.
Interesse lecito motivato dal fatto che, alla fine risultando forse impossibile qualsiasi resistenza all’offerta, possa apparire “utile” incassare il più possibile.
Pensiero che il vecchio Vescovo di Brescia, mons. Gaggia, avrebbe definito come: “a pensà mal sa fa pecat, ma s’enduina.
Ancor più se raccontiamo del secondo curioso episodio.
Una banca, l’IWBank, interamente controllata da UBI, ha un consiglio di amministrazione scaduto da 2 anni.
Nei giorni scorsi ha visto nominato un nuovo consiglio di amministrazione.
Tutto lecito, ma appare impervio comprendere l’urgenza di sostituire un consiglio di amministrazione, che ripetiamo era scaduto da due anni, in piena tempesta corona virus, con l’impossibilità addirittura di tenere riunioni normali per le disposizioni di legge.
Ora l’etica è quella particolare attenzione filosofica che dovrebbe indicare i comportamenti del bene a confronto di quelli del male.
Sarebbe sufficiente molto più modestamente, prima di un simile arduo impegno, che venissero realizzati comportamenti che non impongano curiosità.
Immaginare che, in un momento tanto grave, persino il Governo abbia sospeso la sostituzione di tutti i consigli di amministrazione, grandi e piccoli, aumenta le perplessità.
A proposito, Intesa San Paolo per fronteggiare il dramma che stiamo vivendo ha stanziato 100 milioni di euro per la Protezione civile… UBI banca pare 5 milioni.
Ma questo è ancora un altro dire.
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