di Eugenio Baresi
Leggendo qua e là, ascoltando più o meno, pare che il guaio gravissimo che ci hanno mandato dalla Cina sia un prodotto interno che la propaganda vicendevolmente appioppa a Conte o a Salvini… in base agli schieramenti dei tifosi.
La cosa incredibile è che nessuno ne indica con forza riprovevole la provenienza, ma non solo, nessuno ne indica la irresponsabile e colpevole gestione che ha nascosto il devastante rischio proprio dove è nato.
Ma si sa, l’importante è avere convenienze ed allora si possono anche nascondere tante cose.
Però ci tengono informati di quanto sia colto ed erudito il capo supremo: Xi Jinping.
In stretta collaborazione con la propaganda e la diplomazia dell’imbroglio cinese.
Così apprendiamo con dovizia di particolari di quanto il capo di un regime dittatoriale sia interessato alla filosofia ed alla storia, all’economia ed alla libertà, alle origini del mondo ed alla sua evoluzione.
Non è che si voglia fare sfoggio di cultura… è solo citare quello di cui ci narrano i nostri informatori.
Insomma apprendiamo di come Platone abbia accompagnato i suoi pensieri, invero non incidendo molto su quei concetti che la democrazia ateniese si sforzava di analizzare.
E nello stesso modo veniamo introdotti alle liberali idee economiche di Adamo Smith che anch’esse però pare non siano particolarmente applicate nella quotidiana azione del Presidente Xi.
Che poi certamente Montesquieu abbia ben poco da fare nell’applicazione del regime giudiziario cinese pare essere una quisquilia.
Almeno Confucio può certo essere più prossimo alla realtà che interessa il Presidente Xi, quanto meno nella gerarchia ordinata del suo dire.
Ecco che finalmente siamo informati di qualche cosa di più prossimo alla triste realtà della dittatura cinese: Marx, Lenin e Mao.
Curiosamente però, può essere una svista della propaganda, ma è una luminosa chiave di lettura di quanto sia non democratico il nostro Xi, sono del tutto assenti letture di qualche socialista democratico e liberale.
Non pretenderemmo certo Proudhon la cui preoccupazione di non indottrinare il popolo sarebbe certo esageratamente confliggente, ma almeno Jaurès, Pareto, Turati… la Kulischoff… per citare una donna e qualche italiano.
Italiani che si vogliono abbindolare dalla propaganda diplomatica cinese in combutta con i sempre pronti ascari della disinformazione nostrana.
Solo che gli italiani devono sapere che le cinque stelle hanno portato in una notte buia, conducendo in un pozzo nero di illiberalismo e di dittatura.
Proprio noi italiani dovremmo essere cauti e attenti perché già abbiamo visto come sia stato portato al declino quel sole dell’avvenire del socialismo garibaldino da chi se ne era inopinatamente appropriato declinandolo però nell’antidemocrazia comunista.
La cautela e l’attenzione nel maneggiare con cura le informazioni che ci presentano i nostri disinformatori, così ben coinvolti dalla diplomazia “economica” cinese, ci vengono suggerite ancora una volta da Garibaldi che delle arti della diplomazia invitava a non fidarsi perché “senza cuore vi inganna certamente”.
A proposito, le cinque stelle sono quelle della bandiera cinese…
28 Aprile 2020 at 23:17
La democrazia, si sa, è ormai un optional.