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Nella RAI ci sono giornalisti che pretendono di diffondere solo quello che loro vogliono. Si chiama censura.

di Eugenio Baresi

Quest’anno vi è il 40° tragico anniversario della tragedia di Ustica.

Il Presidente della Repubblica, di fronte alle inconcepibili sentenze difformi fra magistrati penali e civili, lo scorso anno ha inviato questo messaggio:“Confermo il costante impegno per la ricostruzione univoca delle circostanze in cui persero la vita tanti nostri concittadini”.

L’USIGRAI, associazione di giornalisti, pretende che la RAI divulghi solo quello che lei vuole.

Sono come i censori dei peggiori regimi dittatoriali che cancellano e umiliano il dovere della correttezza nell’informazione.

Parrebbe impossibile per un sindacato di giornalisti dipendenti di un servizio pubblico.

Pretende che venga annullata la voce di chi difende quanto stabilito dall’unico processo che ha fatto indagini, perizie e confronti dibattimentali per 247 udienze giungendo ad escludere senza alcun dubbio che il disastro sia stato causato da una battaglia aerea.

Pretende che la RAI, servizio pubblico, diffonda e comunichi solo quanto loro vogliono sentire affermato e cioè che la tragedia di Ustica è stata causata da una battaglia aerea.

Già ha ottenuto di trasmettere una trasmissione insultante e di fronte allo sconcerto ed alla richiesta di far sentire correttamente la voce di chi difende le sentenze della magistratura penale si oppone.

La magistratura penale ha stabilito che l’aereo non precipitò per una battaglia aerea intorno a lui con assoluta certezza, senza alcun dubbio, incontrovertibilmente.

Lo stabilì dopo indagini, perizie e confronti in dibattimento per 247 udienze.

Questa è l’unica sentenza espressa dalla Magistratura penale.

La magistratura civile, secondo l’opinione del giudicante, ha stabilito che è più probabile che il disastro sia stato causato da una battaglia aerea.

Ora chiunque può capire che risulta difficile immaginare come possa essere più probabile un fatto che chi doveva stabilire se accaduto o non accaduto, ha stabilito con assolutezza che non è accaduto.

La sentenza penale ha detto di più, ha detto che chi afferma che possa essere accaduto parla di fantascienza.

Supponiamo che l’opinione valga quanto le perizie ed i fatti accertati.

Il servizio pubblico deve dar voce a tutti.

Noi non vogliamo cancellare le sentenze che non condividiamo come loro pretendono.

Noi vogliamo che si sappia quanto la magistratura penale ha sentenziato, vogliamo che le sentenze civili vengano valutate per le falsità che contengono e lo abbiamo denunciato alle massime autorità giudiziarie, non pretendiamo solo di affermarlo senza contraddittorio.

Noi vogliamo che vengano divulgati i segreti che impediscono di conoscere i comunicati dell’Ambasciata di Beirut i giorni precedenti e la mattina del disastro.

Noi vogliamo seguire il messaggio che il Presidente della Repubblica ha inviato lo scorso anno:

“Confermo il costante impegno per la ricostruzione univoca delle circostanze in cui persero la vita tanti nostri concittadini”.

2 Comments

  1. Franco Romagnoli

    21 Giugno 2020 at 09:47

    C’est l’argent qui fait la guerre, dicono i francesi! Come riuscirebbero ad ottenere i lauti risarcimenti gli eredi dell’ex Itavia e le vittime del disastro se non attraverso la mistificazione della verità avvalorata da una magistratura influenzata dai media ? E noi paghiamo!

  2. Ritengo assolutamente un abuso trasmettere delle notizie false che otretutto evitano di citare che l’unico scopo di continuare a citare falsità evidenti e ampiamente contrarie a quanto è stato dimostrato da periti esperti e neutrali e fatto solo ed unicamente per ottenere altri rimborsi (miliardari) oltre a quelli già ottenuti.

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