di Eugenio Baresi
Due noti “giornalisti” se la prendono con i parlamentari grillini che passano alla Lega.
E fin qui niente di male perché il cambio di partito, che da qualche legislatura avviene tanto spesso, è un comportamento davvero irrispettoso.
Soprattutto perché questi signori non essendo stati votati, ma eletti perché scelti dai capi, dovrebbero avere maggiore dignità.
Quello che però è insopportabile dei due giornalisti sono le spocchiose affermazioni che motivano le loro condanne.
Secondo loro i parlamentari grillini sono ignoranti e incompetenti e vanno per analoga ignoranza e incompetenza con la Lega, non sopportando la superiorità intellettiva dei PD.
Che loro, i giornalisti, abbiano simpatie politiche non è un problema, è una giusta libertà, ma dividere i politici addirittura tra vestiti con gusto e vestiti da cafone paragonandoli ad un personaggio del Gattopardo, Calogero Sedara, descritto appunto per i suoi “abiti plebei e un persistente olezzo di sudore” pare troppo.
Pare troppo perchè dimostrano la loro faziosa tendenza all’imbroglio dimenticandosi che detto degli abiti e dell’olezzo nel Gattopardo si aggiunge “ma una rara intelligenza”.
Quindi le citazioni o si fanno per intero o non si fanno, soprattutto se si vuol apparire intellettuali.
Una moderazione nell’esprimersi, sintomo di acume e saggezza, avrebbe dovuto limitare quindi le loro considerazioni ad una critica del comportamento per quello che è e non per il risultato della scelta.
Cambiare partito non è un segno di democrazia così come l’abbiamo conosciuta.
Il primo segno di democrazia è infatti il rapporto di conoscenza fra eletto ed elettore e viceversa.
Cioè quel rapporto fiduciario che portava l’eletto a rispondere quasi nella quotidianità dei suoi comportamneti a chi l’aveva reso tale.
Era naturalmente così ed ogni fine settimana rientrando nel tuo collegio ti immergevi nel confronto con i tuoi elettori per informarli ed informarti.
Oggi non contano gli elettori perché per essere eletto si tratta di essere nella lista giusta e nel posto giusto, cioè in alto alla lista.
E li ti mette il capo.
Così il fine settimana pensano ai loro interessi, in vero anche durate la settimana, perché il Parlamento ormai è un parlamento senza alcun ruolo, senza alcun dibattito e senza alcuna possibilità e capacità di proposta e di controllo.
Fa quello che i capi dicono.
Gli intellettuali spocchiosi dovrebbero preoccuparsi di questo insulto alla democrazia che è generale e generalizzato.
Dovrebbero battersi ed utilizzare la loro intelligenza “riconosciuta”, essendo noti, per riportare il senno nel richiedere che la Politica torni ad esprimere una classe dirigente consapevole.
Vi sono tanti amministratori locali bravi, che conoscono i problemi e conoscono gli elettori… cioè sono al servizio dei cittadini.
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