Quando nacque il primo nucleo della Comunità Europea si usciva dalla guerra, si manifestavano alti valori morali, si presentavano uomini colti e preparati.
Konrad Adenauer, Alcide De Gasperi e Robert Schuman, tre democratico cristiani, realizzarono una unione di stati che per centinaia di anni si erano combattuti, si erano vicendevolmente impossessati di reciproci territori, si erano lasciati alle loro spalle migliaia e migliaia di morti.
L’Europa nacque sul profondo rispetto fra persone che misero in gioco sé stessi per raggiungere uno storico risultato.
Con gli anni sono cambiati gli uomini e ovviamente le situazioni.
Ma sarebbe illusorio immaginare che contrasti non ce ne siano mai stati.
L’Italia negli anni sessanta, quelli del boom economico, si trovò per esempio al centro dell’attenzione invidiosa di chi ci vedeva un Paese come mai nella storia degli ultimi secoli si poteva immaginare.
E l’attenzione invidiosa non era tanto dei soli Governi, quanto piuttosto di un potere industriale ed economico che vedeva nella manifattura italiana un rischio.
Non è mai stato detto con chiarezza che molti dei movimenti, chiamiamoli di protesta, di quegli anni avevano buoni finanziatori in industrie francesi e tedesche.
Ci sono documenti dei servizi… magari mai diffusi perché considerati per comodità da non diffondere.
Ma il dramma per il nostro Paese è agli inizi degli anni ’90, quando l’Italia era fra il quarto e quinto Paese industrializzato al mondo.
Ci ha portato all’oggi la distruzione di una classe dirigente che era rispettata e anche temuta perché assumeva posizioni autonome nella coerenza delle alleanze.
Mai avrebbero fatto preaccordi o preso iniziative senza che l’Italia fosse presente e protagonista… mai era avvenuto.
Da allora siamo stati in balia di politici che invece di difendere prima il Paese hanno immaginato le alleanze internazionali utili a distruggere l’avversario e d’altro canto mai neppure sarebbero arrivati al potere senza quell’aiuto straniero determinante a sconvolgere la situazione politica.
Poi c’è stato Berlusconi che nelle sue uniche positive intuizioni realizzate, quelle sulla politica estera, ha certo reso invidiosi e rancorosi i governi presuntivamente amici di Francia e Germania.
Purtroppo, soprattutto per noi, ha trovato quei governi e i suoi competitori interni alleati nel distruggerlo.
Distruggendo in questo, per l’ennesima volta, soprattutto gli interessi dell’Italia e degli italiani.
Ora quelli che da anni ci proclamano una fede assoluta nell’Europa, dimenticandosi magari di averla scoperta in tarda età, non hanno l’intelligenza di capire che l’Europa è una storia positiva da tutelare, ma è una quotidianità da tenere positiva grazie ad una capace azione politica.
Invece nemmeno si rendono conto di come, premiati con incarichi che non sono capaci di far fruttare, difendono e promuovono regole e comportamenti solo ed esclusivamente svantaggiosi per noi.
Oggi, presi dalla disperazione, magari se ne accorgono, ma l’incapacità rimane e quindi la prospettiva pessima resta per noi molto possibile.
Altrettanto certo, e purtroppo, non ci garantiscono nel comprendere i toni e le azioni da compiere quelli che hanno manifestato e manifestano verso le istituzioni europee il giusto timore di una sudditanza senza dignità.
Insomma ritorna il nostro problema che è quello di una classe dirigente che è tale perché ha tali incarichi.
Ma gli incarichi non fanno le persone capaci…
28 Marzo 2020 at 23:30
Drammaticamente vero.