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pensieri sull'attualità

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Europeisti o no… poi degli italiani non importa troppo.

di Eugenio Baresi

Viviamo in una realtà virtuale.

È tutto surreale quello che il governo ed i politici ci raccontano.

L’Italia ha un deficit di bilancio bestiale, sta spendendo soldi che non ha, regalando nella sostanza oggi per lasciare a quelli di domani un colossale peso nello zaino che dovranno trasportare per dare futura vita al Paese.

In Europa non abbiamo amici o nemici, abbiamo governanti attenti alle loro esigenze, abbiamo chi fa gli interessi dei propri Paesi.

Noi non abbiamo quelli che fanno i nostri interessi, noi abbiamo quelli che qui governano perché quelli degli altri Paesi fanno di tutto perché loro ci siano ed ancora abbiamo quelli che litigano comunque con l’Europa e sbattono la testa invece di cambiare strategia ottenendo che gli altri facciano di tutto per tenerli lontano dal governo.

Ovviamente quelli degli altri paesi lo fanno per l’interesse del loro paese.

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L’Europa c’è, ma non si faccia propaganda inutile e dannosa.

di Eugenio Baresi

I politici dell’oggi assomigliano molto al merlo in gabbia, capaci di fare propaganda tremenda piuttosto che di realizzare opere costruttive.

Almeno il merlo ammetteva il suo imbroglio… seppur per giustificarsi.

L’Europa, nei suoi vari organismi, ha messo in campo diverse opzioni per sostenere le economie distrutte dal virus.

Ma è opportuno dire come stanno nella realtà le cose.

E così attendiamo la concretezza della più corposa che è il Recovery Fund.

Speriamo che sia come per il momento viene raccontato, ma anche così fosse, bisogna tener conto che dei 187 miliardi ipotizzati per noi, ben 100 sono in prestito e degli altri 87 non tutti sono effettivamente “regalati”.

Infatti, quando sarà e se sarà deliberato, bisognerà tener conto di quanto risulterà praticamente una partita di giro che ci ritorna avendoli noi versati all’Europa e quanto l’Europa stabilirà su come recuperarli comunque dai diversi Stati.

Speriamo non ci sia una tassa europea…

Comunque tutto bene ed utile, nel dramma che si vive, ma senza programmi e progetti si rischia addirittura di suicidarsi.

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Un Ministro Politico.

di Eugenio Baresi

Il Ministro dell’economia è fortunatamente un Politico.

Esperto di istituzioni, di vita, di storia e di cultura… non un economista.

Esattamente quello che serve perché le decisioni da assumere, quando le variabili che le condizionano sono tante, non possono mai essere legate alla visione specialistica di un tecnico

Dovrebbe essere sostenuto, dovrebbe rappresentare quel catalizzatore di buone intenzioni e di fatti concreti che servono al Paese.

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All’economia dell’Italia servono i fatti.

di Eugenio Baresi

Più di settantanni fa, oggi, moriva John Maynard Keynes, un economista, fra i maggiori nella storia, anche filosofo, matematico, amante d’arte e di letteratura.

Ci si potrebbe chiedere cosa importi.

Fra le tante ci sono due sue considerazioni che ci interessano.

In un momento di crisi economica quello che si deve fare da parte dello Stato è intervenire sul duplice fronte di lanciare propri investimenti e inoltre di esercitare una positiva fiducia nei sentimenti e nei comportamenti per accompagnare la crescita.

In un momento di crisi economica quello che serve da parte degli Stati è abbandonare l’egoismo e serrare le fila insieme perché l’ingordigia del proprio interesse porta alla comune catastrofe.

Ma vediamo bene cosa significhi applicato all’oggi.

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La Cancelliera… della DDR.

Non sono le vicende dell’Europa di oggi che guidano il giudizio, semmai ne sono conferma.

Non è stato certo affascinante “l’abbandono distratto”, ma cinicamente interessato, dell’ultimo grande politico tedesco, Helmut Kohl… che tra l’altro l’aveva incautamente promossa.
E forse questa sottolineatura può essere condizionata dalla simpatia di un giovane dc che ha avuto con lui una “piccola” conoscenza lontana quanto l’esser giovani.

Ma la nostra cancelliera era già stata abilissima a distinguersi il giorno dopo la caduta del muro.

Evidentemente essere stata segretaria dell’Agitprop comunista dell’Accademia delle Scienze della Repubblica democratica tedesca, quella comunista, ha avuto i suoi utili effetti nell’insegnare le tecniche adatte alla agitazione e propaganda.

Eccessivamente duro?

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Una casalinga per l’Europa.

Nelle famiglie di un tempo era spesso la mamma che teneva conto delle spese e che faceva di conto per reggere le sorti.

Ed era spesso il nucleo allargato della famiglia che poteva sostenere qualche figlio, fratello o sorella in difficoltà.

In questi giorni tanti economisti, tanti politici, tanti qualunque si destreggiano su quanto dovrebbe fare l’Europa.

Coronabond, banca centrale, banca degli investimenti… quant’altro.

Una casalinga di una volta potrebbe suggerire cose semplici.

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Europa: perché è così difficile dire come stanno le cose?

Quando nacque il primo nucleo della Comunità Europea si usciva dalla guerra, si manifestavano alti valori morali, si presentavano uomini colti e preparati.

Konrad Adenauer, Alcide De Gasperi e Robert Schuman, tre democratico cristiani, realizzarono una unione di stati che per centinaia di anni si erano combattuti, si erano vicendevolmente impossessati di reciproci territori, si erano lasciati alle loro spalle migliaia e migliaia di morti.

L’Europa nacque sul profondo rispetto fra persone che misero in gioco sé stessi per raggiungere uno storico risultato.

Con gli anni sono cambiati gli uomini e ovviamente le situazioni.

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L’Europa deve esserci.

I buoni principi per cui l’Unione europea nacque devono prepotentemente riemergere.

Non abbiamo più quei grandi politici che la immaginarono, la fondarono e la forgiarono per superare quelle distruzioni e quelle divisioni che la drammatica tragicità della II guerra mondiale avevano lasciato.

Con il tempo la forgiatura ha subito il logorio della fatica e l’abilità di quelli che avrebbero dovuto curarla essa pure è venuta meno.

Oggi si richiede che si rinnovi lo spirito unitario e collaborativo che la fece sorgere.

Serve che si utilizzino tutte le risorse.

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Bravo Presidente…

Che il Presidente della Repubblica abbia con insolita prontezza e altrettanto insolita durezza risposto alle improvvide parole della Presidente della Banca centrale Europea è cosa buona.

Certo agire anche prima non sarebbe stato disdicevole.

Poi preoccupa ci siano state dolci e suadenti correzioni anche da parte dei vertici della Commissione Europea.

Il dolcetto solitamente si da o per invogliare a comportarsi bene o perché ci si è comportati sempre bene.

E questo non ci tranquillizza.

Ma andiamo con ordine.

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I politici servono e non si inventano… ovvio servono capaci.

Da anni siamo stati ossessionati dall’essere contro i politici… naturalmente sempre quelli di prima o quelli dell’altra parte.

Solo che la convivenza delle comunità non si gestisce con gli incapaci.

Così negli ultimi vent’anni abbiamo conosciuto il peggio che continuava a peggiorare.

I proverbi e la saggezza popolare possono soccorrerci, speriamo ben consigliare, e così speriamo che“non tutto il male venga per nuocere”.

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