Nel provvedimento Salva Italia tutti hanno riportato come vi sia stata la sospensione dei termini per i pagamenti di varie cartelle fiscali dall’8 marzo al 31 maggio.

Praticamente nessuno ha fatto notare che la proroga di questi due mesi ha comportato l’allungamento di due anni per gli accertamenti fiscali dell’anno 2015.

Insomma, normalmente, il fisco ha 5 anni di tempo per verifiche e controlli, e così e invece, per quei meccanismi perversi che solo le norme fiscali italiane possono produrre ecco che una proroga di due mesi porta a due anni di proroga nelle verifiche.

Il problema è che nei prossimi due anni non avranno più nulla da controllare perché non ci saranno più le imprese da controllare… perché fallite.

Ma non è il solo problema.

Non è il solo problema, ma è incredibile che solo Italia Oggi e timidamente il Sole 24 ore abbiano riportato tale assurdità.

Noi speriamo di avere ovviamente torto, di aver interpretato male e, ancor peggio, di aver letto le norme sbagliando e non capendo.

Cambiamo argomento e certamente non abbiamo torto ricordando che il residuo fiscale, cioè quanto trattiene lo Stato per le sue spese, rispetto a quanto pagato dalle singole regioni, preannuncia disastri epocali.

La Lombardia fornisce allo Stato 54 miliardi, l’Emilia Romagna ne fornisce quasi 19, il Veneto 15 e mezzo ed il Piemonte 8 e mezzo.

Toscana, Lazio, Marche, Bolzano, Liguria, Friuli Venezia Giulia, Valle d’Aosta e Umbria tutte insieme ne forniscono poco più di 14.

Il resto d’Italia non ne fornisce, ma ne assorbe per circa 20 miliardi.

Allora la crisi tremenda della produzione e dei servizi nelle zone che forniscono tutto quel gettito, e non lo forniranno, come può essere compensato?

Fermiamoci solo alla Lombardia. Come potrà produrre per lo Stato, in esclusiva, 54 miliardi?

Crediamo non sia da presuntuosi immaginare che bisogna immediatamente eliminare tutte le spese clientelari e di bandiera.

Non significa abbandonare chi ha bisogno, significa non buttare i soldi e per non buttarli serve che chi li spende sia il più possibile prossimo a chi deve averli per vivere.

Le amministrazioni locali.

Demandare ad esse, fornendole non di briciole, ma dei soldi necessari per garantire tutto il sussidio e l’assistenza al bisogno ed eliminare da subito i vari redditi di cittadinanza o quant’altro gestiti con i piedi.

Tutto quel poco che resta deve essere indirizzato a sostenere l’impresa.

Ma, anche qui, tante sono le forme nelle quali l’impresa realizza le sue attività.

Hanno fatto, per esempio, la norma per le patite Iva, ma le piccole attività commerciali e artigianali composte da due o pochi più soci ne sono escluse.

Sono una colonna nel tessuto economico del nord.

Possibile che nessuno conosca il nostro Paese!?!

AGGIORNAMENTO IN CORSO D’OPERA

Allora sottolineare l’incredibile della norma che abbiamo evidenziato all’inizio è solo un ulteriore superfluo evidenziare l’inconsistenza di tutta la struttura di comando… purtroppo non solo dei politici.