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L’insopportabile declino.

di Eugenio Baresi

Se solo ci si fermasse ad immaginare i sentimenti nostri, dentro ognuno di noi, avendo vissuto i minuti, le ore ed i giorni della ragazza milanese, appena tornata alla sua famiglia, si fermerebbero subito le assurde invettive che le si indirizzano.

Ha subito una prova talmente dura che investirla di responsabilità per quello che si è trovata ad essere oggi pare proprio senza senso.

Ed è altrettanto fuorviante l’accusa che lei abbia scelto di recarsi in un Paese pericoloso.

Non è andata in vacanza, benché a poche decine di chilometri da Malindi, è andata con la convinzione di fare del bene.

Gesto avventato, forse, ma se non ci fossero gesti avventati nella storia dell’uomo saremmo all’età della pietra.

E ancora non si può chiedere di respingere chi viene qui da noi spinto dal bisogno e nello stesso tempo accusare chi va là per attenuare il bisogno.

Detto ciò sono altrettanto insopportabili quelli che plaudono immotivatamente, che accolgono con “compassionevole” gioia scelte che, messa sul loro modo di ragionare, sarebbero incomprensibili, che si scagliano dall’alto della loro “aperta” cultura contro quelli che definiscono calunniatori minacciosi.

Insomma ancora una volta invece di ragionare c’è il tifo più scomposto.

Anche se purtroppo istigato da quei due al posto sbagliato, presidente del coniglio e ministro degli esteri, che conoscendo lo stato delle cose avrebbero dovuto proteggere la povera ragazza piuttosto che promuovere la loro vana gloria che, per altro, ha subito invece un’ulteriore schiaffo.

Ma la cosa che rende ormai rassegnati verso un insopportabile declino è proprio nel fatto che chi dovrebbe promuovere i ragionamenti promuove la fazione.

Abbiamo detto all’inizio di quello che sarebbe giusto credere.

Ma è certamente incomprensibile come questa vicenda possa per l’ennesima volta cancellare la saggia moderazione promuovendo il fanatismo.

E parlare di fanatismo in questa vicenda non è secondario.

Prendiamo per esempio proprio l’editoriale di Avvenire, il quotidiano dei vescovi.

“Silvia Romano, assieme a chi l’ha liberata, ha un merito immenso. Da sabato sera ci ha fatto dimenticare almeno un po’ il dolore lancinante dei morti da corona virus. E ha fatto esplodere una vera e grande gioia in tanti italiani. La maggioranza si può starne certi”.

Poi ovviamente il giornale si autorizza in nome di Cristo ad insultare quelli che non sono della sua opinione.

Ora per cominciare chi l’ha liberata sono stati i servizi segreti turchi, quelli di un Paese non particolarmente aperto alla gioia ed alla libertà della gente e… dei giornalisti… dovrebbe ricordarselo il direttore di Avvenire.

Il dolore, lasciamo perdere il coronarico così raccontato, rimane purtroppo per quelli che nel frattempo e nei giorni e nei mesi prossimi, sono e saranno trucidati da quei terroristi a cui abbiamo dato una barca di soldi.

Forse vale ricordarsi che qualche mese fa nostri militari, proprio a Mogadiscio, hanno corso il rischio di essere trucidati da una bomba di quei delinquenti terroristi se la corazza del loro Lince non avesse retto.

E così la gioia è un sentimento che non può prescindere dal rispetto di quelli che nel frattempo stanno rischiando la loro vita per proteggerci da quei delinquenti assassini… peccato che di quelli che ci proteggono, anche se muoiono, non importa mai molto ai nostri giubilanti del bene sbagliato.

Poi immaginare che un quotidiano dei vescovi evochi specchi in cui guardare la vergogna che viene attribuita a chi ha altre opinioni è un poco troppo.

Soprattutto perché non si ammettono appunto altre opinioni, si attribuiscono pensieri accumulando in essi tutto quanto rappresenta il male.

Che poi a stabilire la condanna sia una auto attribuita arroganza nell’interpretazione di Cristo è forse veramente troppo.

Forse varrebbe la pena chiedersi, invece che con presunzione pretendere sbagliando di rappresentare la maggioranza, quanti fra quelli che credono condividono l’arroganza di una ragione che è parte piuttosto che comunione.

Ecco perché la rassegnazione verso il declino quando si vede tutto raccontato, persino dal giornale dei vescovi, dimenticando la parola della moderazione, della spiegazione, della comprensione.

5 Comments

  1. angelo bettoni

    13 Maggio 2020 at 10:04

    La passerella di Conte e Di Maio è stata umiliante per tutti noi che ne siamo governati. Possibile che la ricerca di visibilità (cioè di voti) non trovi l’argine in un minimo di stile, di senso della misura e dell’opportunità?

  2. Silvio Righini

    13 Maggio 2020 at 10:47

    Francamente disgustosa tutta la vicenda, disgustoso il ministro degli astri, disgustoso il ministro del coniglio, disgustosi i commenti che hanno raggiunto persino un blindato come me, disgustoso il razzismo becero e fascistoide nei suoi meccanismi pavloviani. Siamo una società malata di mente e, soprattutto, spaventata e ottusa.

    • Eugenio Baresi

      13 Maggio 2020 at 10:50

      Hai ragione… e non è bello che la ragione sia nell’avere sconforto

      • Silvio Righini

        14 Maggio 2020 at 10:45

        Nota che io sono un agnostico, non battezzato, che non ha nessuna simpatia per qualsiasi tipo di velo e qualsiasi tipo di propaganda, e non provo dunque alcuna fascinazione per l’Islam, anzi. Ma sono innanzitutto un libertario, quando è troppo, è troppo.

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