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Tag: rispetto

“giubba di ferro”.

di Eugenio Baresi

Tanti anni fa a presidiare un paesotto della bassa bresciana c’era un maresciallo maggiore dei Carabinieri, c’erano un paio di Carabinieri e soprattutto c’era un appuntato dei Carabinieri, magro, ma magro, anzi magrissimo.

L’appuntato che faticosamente si intravvedeva nella sua uniforme comunque larga era affettuosamente chiamato “giubba di ferro”.

Anche allora c’erano i delinquenti, c’erano i manigoldi e c’erano i discoli… e c’erano le persone che non facevano danni.

Era rispettato da tutti e, nonostante la sua dimensione fisica tanto minuta, incuteva rispetto.

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Ci manca la DC?

di Eugenio Baresi

Il nostro compito non è quello di pensare un futuro come ritorno, ma è quello di pensare al nostro ritorno al futuro. Questa è la provocazione che abbiamo davanti”.

Sono parole di Mino Martinazzoli che capita di risentire nella presentazione di un incontro con Marco Follini dal titolo evocativo sopra riportato.

La storia alla fine riporta al vero i fatti, ed il trascorrere del tempo ripresenta i conti.

Se poi, sempre in riferimento ai fatti, prendessimo a prestito la considerazione in base alla quale i fatti si tramutano nel vero, potremmo considerare con attenzione l’assunto del titolo.

Quello che serve oggi è la moderazione della concretezza, la competenza nelle realizzazioni, il rispetto per tutti i cittadini.

Potremmo partire da quest’ultimo punto.

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L’insopportabile declino.

di Eugenio Baresi

Se solo ci si fermasse ad immaginare i sentimenti nostri, dentro ognuno di noi, avendo vissuto i minuti, le ore ed i giorni della ragazza milanese, appena tornata alla sua famiglia, si fermerebbero subito le assurde invettive che le si indirizzano.

Ha subito una prova talmente dura che investirla di responsabilità per quello che si è trovata ad essere oggi pare proprio senza senso.

Ed è altrettanto fuorviante l’accusa che lei abbia scelto di recarsi in un Paese pericoloso.

Non è andata in vacanza, benché a poche decine di chilometri da Malindi, è andata con la convinzione di fare del bene.

Gesto avventato, forse, ma se non ci fossero gesti avventati nella storia dell’uomo saremmo all’età della pietra.

E ancora non si può chiedere di respingere chi viene qui da noi spinto dal bisogno e nello stesso tempo accusare chi va là per attenuare il bisogno.

Detto ciò sono altrettanto insopportabili quelli che plaudono immotivatamente, che accolgono con “compassionevole” gioia scelte che, messa sul loro modo di ragionare, sarebbero incomprensibili, che si scagliano dall’alto della loro “aperta” cultura contro quelli che definiscono calunniatori minacciosi.

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Distanziamento e distanza sociale.

di Eugenio Baresi

Il gioco delle parole è tante volte curiosamente divertente, ma può divenire tragico.

Così la distanza che è il metodo migliore per sconfiggere un virus, almeno apparentemente, modificandone le circostanze diviene il risultato peggiore nell’accentuare le diversità, questo certamente.

Il distanziamento sociale fra vigorosi e gracili di fronte al virus è positivo.

Diverso e non positivo è constatare come lo stesso virus abbia cambiato anche la distanza fra ricchi e poveri tanto pericolosamente cresciuta.

Due distanze con opposti risultati una nel beneficio e l’altra nella sciagura.

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L’auspicio che io rammento in tutti i miei interventi è quello che il ricordo di allora sia oggi motivo di condivisione e non di divisione. Agape Nulli Quilleri, staffetta Partigiana.

Valori aperti a tutti perché il sacrificio delle Fiamme Verdi è stato un sacrificio per l’Italia, per gli italiani, per un popolo che condivide non per una parte che vuole dividere”.

Quest’anno Agape non c’è nel giorno che l’ha vista uscire dal carcere nel 1945.

Aspetto la fine della guerra perché la primavera qui non entra, siamo noi che dobbiamo crearla”.

Quelli come lei hanno immaginato gioiosamente per tutti il ripetersi della meraviglia che la natura rinnova ogni anno.

Agape con il semplice doloroso esempio della sua giovanile esperienza ci ha indicato non una semplice traccia, ma una necessaria condizione: la libertà.

Quella libertà che deve essere di ognuno di noi e che deve essere per ognuno degli altri.

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“L’arte” di politicizzare l’arte insultando l’arte.

La cosa incredibile è che ci sia chi giustifica ogni cosa insultante o violenta affermando che è arte, ma contemporaneamente crea organismi di censura immaginando che per molto meno si diventi insultanti e violenti.

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Come sempre si può offendere… dipende da chi.

E’ diventata molto condivisa una commistione di frasi che l’on. Meloni ha pronunciato in suo comizio.
Addirittura lei si è divertita nel riprendere le su parole come fosse una canzone.
Ma poteva mancare la solita pseudo comica “di sinistra” che offende la Meloni?
In verità offende prima se stessa e poi “la sinistra”, che storicamente ha ben altri valori.

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Trentatré anni di prigione e 148 frustate.

In Iran è la condanna per Nasrin Sotoudeh.
Pericoloso omicida o quant’altro?
No, donna, avvocato per i diritti umani.
Non è una notizia di ieri, è di qualche mese, ma avete sentito nel frattempo comunicarci almeno qualche sommossa interiore di qualche difensore della libertà?

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