di Eugenio Baresi

Quello che dispiace, nell’avere conferma di quello di cui si era sempre stati convinti, è proprio il danno che è stato creato istigando le persone all’odio.

La rappresentanza politica del Paese non è vero che rappresenti le medesime qualità o negatività del Paese.

Oggi il Paese potrebbe essere molto meglio di quei governanti che ci sono.

E ci sono grazie al fatto che il perdurante uso politico di informazione e di giustizia ha consentito per anni di agire nell’imbroglio, di raccontare l’imbroglio, di sentenziare l’imbroglio… ma quello inesistente degli altri nascondendo le proprie porcherie.

E modificando i principi fondamentali di ogni democrazia.

Non può sopportarsi una connivenza nello stare zitti.

La porcheria di politici che si intrattengono con magistrati per imbrogliare i fatti che poi così imbrogliati vengono raccontati dovrebbe rendere inviperiti tutti.

Soprattutto quelli che hanno creduto all’imbroglio e che sono infine quelli maggiormente imbrogliati.

Ma sarà difficile ritornare ad un normale sentire perché anche il normale cittadino non ama immaginare di aver inutilmente odiato per un errore… anche se l’errore è stato indotto.

Hanno rubato la democrazia e si corre il rischio che rubino anche il futuro.

Le tensioni possono ancor più acuirsi perché se ci sono quelli che vorranno negare anche l’evidenza, ci saranno quelli non più disponibili a sopportare questa evidenza e ci saranno altri che troveranno nell’evidenza, di questi fatti, il crollo di ogni speranza che il bene possa essere il protagonista della vita politica.

Bisogna reagire.

Non sono sufficienti modeste modifiche.

È necessario punire i responsabili e cancellare ogni possibilità che tali fatti si ripresentino.

La politica deve essere responsabile e autorevole.

La difficoltà è tutta qui perché chi fino ad oggi ha goduto dell’imbroglio continuando inopinatamente a governare cerchèrà di tutto per evitare che debba pagare il conto delle malefatte.

La prudenza del Capo dello Stato è saggia, ma non può rischiare di essere la copertura nell’attesa che passi il tempo del giudizio.

Nessun vendicativo “ultimo giudizio”, ma indispensabile valutazione da consentire ai cittadini.

È necessario che si riporti la fiducia nei cittadini e che si ricoinvolgano nella partecipazione che è l’unica garanzia di un controllo vero e corretto.

Certo è incredibile che quei giornali che si sono prestati a questa associazione pericolosa per la democrazia, quanto la mafia, oggi continuino nel loro impegno tentando di nascondere le cose, non pubblicando nulla e semmai lamentandosi di quello che oggi ritengono ingiusto si sappia.

Quelli che ritenevano legittimo si sapesse dove eventualmente mettesse le mani il loro avversario, nelle sue avventure più o meno galanti, oggi si trovano contrari al fatto che si sappia dove loro mettevano le mani.

E loro le mettevano nel furto della democrazia, nel furto della libertà, nell’uccisione di ogni regola.

L’informazione deve reggersi con le sue forze.

Con le sue forze si misurerà con il mercato senza sopravvivere per le conniventi convenienze.

Peraltro è assurdo finanziare giornali che poi consentono ai loro predicatori contro la “casta” di soggiornare negli alberghi più belli del bello e più costosi dei costosi grazie al contributo dello Stato sottratto dalle tasse dei normali cittadini (ed ogni riferimento non è puramente casuale)… tra l’altro sottopagando i collaboratori meno noti ed i giovani praticanti.

La magistratura deve essere disciplinata nelle diverse funzioni, non può proseguirsi nell’imbroglio di una obbligatorietà dell’azione penale che è solo discrezione, non può esistere l’irresponsabilità di interpretare le leggi per modificare le sentenze secondo il proprio piacimento.

L’azione di responsabilità e l’azione disciplinare devono essere di un organismo che veda coinvolti i protagonisti della giustizia, avvocati e magistrati, e guidato da politici.

Alla fine deve essere insopportabile per tutti che ci sia chi continua ad auspicare lo Stato del terrore dittatoriale tentando di togliere le regole di ogni democrazia.

I colpevoli non sono tali perché qualcheduno lo vuole secondo le sue convinzioni ideologiche e politiche.

I cittadini sono innocenti fino a prova contraria, certa e definitiva… e a questo punto anche garantita da una magistratura indipendente, ma non irresponsabile.

Sentire chi dice che sarebbe più utile “smettere di dire” che si attende la sentenza definitiva è come applaudire quel delinquente poliziotto bianco che ha portato alla morte il povero George Floyd a Minneapolis.

Anche per lui valeva la logica di certi pubblici ministeri per cui era colpevole a prescindere visto che lo aveva stabilito lui.

Questa logica è disgustosamente inaccettabile.