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Essere o non essere l’IVA?

di Eugenio Baresi

Sono finiti da quattro giorni gli stati generali voluti dal presidente del coniglio.

Uno, non noi che l’avevamo ampiamente previsto, si sarebbe aspettato una conclusione con un preciso elenco di cose da fare.

Ma quando mai!

Si analizzerà per vedere cosa dovrà farsi al meglio per il Paese.

Il verbo è il solito declinato al futuro in fatto di programmi ed il Paese sono i cittadini che del meglio così descritto farebbero volentieri a meno.

Per coprire il vuoto però una cosa il presidente dal cilindro ha tolto, non un coniglio, ma il taglio delle aliquote IVA.

Peccato che nel suo governo, a parte il suo cilindro, nessuno abbia valutato bene una simile conigliata.

Drammaticamente per il solito Paese, cioè noi, i provvedimenti li deve attuare il governo.

Ed il governo non ha alcuna idea condivisa.

Per uno l’IVA modificata può andar bene, ma poi un’altro dice che vi sono l’Alitalia e l’Ilva… e poi un’altro ancora rammenta come vi siano le concessioni, e poi il ministro per il quale la priorità deve essere il taglio del cuneo fiscale… e poi quello che dovrebbe infine sintetizzare, decidendo, afferma con profondo pensiero: si vedrà.

Così al Paese non resta appunto che aspettare la disfatta che si vedrà.

Invero la riduzione dell’aliquota IVA, che nemmeno si sa per cosa e come, è piaciuta soprattutto al Presidente della Confcommercio.

Nei lunghi anni del nostro lavoro non abbiamo mai pensato molto bene di tale associazione.

Non è un vizio il pensar male, ma la controprova dei fatti visti.

Il piccolo commercio ha bisogno di sussidi e di sostegni reali, diretti e immediati.

Ha bisogno di togliere ogni imposta e tassa per l’anno in corso.

Invece è da osservare che il provvedimento sull’IVA sarebbe certo utile alla grande distribuzione commerciale.

Tra l’altro quella che più di tutti ha guadagnato in questo devastante periodo di crisi per il commercio al dettaglio.

E che ovviamente ormai è la quota parte maggioritaria dell’associazione dei Commercianti.

Poi ci si chiede perché i piccoli sono sempre penalizzati…

In questo momento servono solo provvedimenti mirati per favorire e sostenere nell’immediato le imprese, non servono generalizzati provvedimenti che nemmeno sortirebbero quell’effetto che vorrebbero realizzare.

Un taglio dell’Iva, oltre ad essere costosissimo, sarebbe quasi insignificante per i consumatori e solo utile per i grandi distributori senza incidere in alcun modo nella piccola e parcellizzata rete commerciale.

Fortunatamente c’è il Ministro dell’economia che vigila con competente attenzione.

1 Comment

  1. Hai perfettamente ragione. Un taglio dell’IVA oggi non favorirebbe i consumi ma ingrasserebbe ulteriormente le grandi catene di distribuzione che non ribalterebbero al consumatore finale la diminuzione ma la tratterrebbero loro.

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