di Eugenio Baresi

Semplicemente o il ministro Bonafede imbroglia sui fatti o il magistrato Di Matteo imbroglia sui fatti.

Non c’è una terza opzione.

Ed allora abbiamo il diritto di sapere chi è falso.

Il ministro non può pretendere che la sua parola valga come smentita quando non ha mai accettato che la parola di altri valesse da subito, ma da subito pretendendo dagli altri le dimissioni.

Il magistrato non può pretendere che gli si creda a prescindere quando il suo agire è sempre stato nello svillaneggiare gli atti dei politici, fino ad ora di politici non dalla parte dei giustizialisti.

Entrambi contro la semplice regola democratica che non si è colpevoli fino a definitiva condanna… poi da noi pure in questo caso vale il dubbio.

Solo che il ministro ha la grave responsabilità di aver diffuso odio e livore per ottenere i consensi di quelli che, essendo insoddisfatti di se stessi, trovano soddisfazione nel fare danno agli altri.

Non può valere la sua parola, perché lui non ha mai accettato la parola di persone serie.

Chi lo accusa non è uno pseudo pentito, di certo delinquente, che però essendo a lui utile è stato considerato la verità assoluta per offendere la dignità di persone per bene.

Lui deve difendersi dalle parole di un magistrato che con lui faceva il controcanto per distruggere una Politica utile a tutto il Paese con l’unico fine di sovvertire le regole della democrazia.

Il ministro deve spiegarci il come ed il perché con i suoi sodali.

Solo che il magistrato ha la grave responsabilità di aver diffuso sospetti e maldicenze sulla Politica per raggiungere la visibilità che essa stessa gli ha offerto l’occasione di ottenere quegli incarichi che oggi sono oggetto della sua accusa per non averli ottenuti.

Non può valere la sua parola, perché lui non ha mai accettato la parola di persone per bene.

Chi lo smentisce è un pseudo politico che con lui ha fatto il controcanto per distruggere i semplici principi di qualsiasi Stato democratico.

Vogliamo semplicemente sapere cosa è successo.

Purtroppo la politica è indecorosamente indegna.

Ma non tutta in questo caso lo è.

Lo è soprattutto quella parte che da decine di anni opera semplicemente approfittando di un becero giustizialismo per distruggere gli avversari che di volta in volta si presentano.

Ma con quale dignità un ex ministro della giustizia, tra l’altro, può affermare che le parole di un magistrato rimangono un sospetto, quando ha sempre dato fede da subito e senza verifica alle parole del più indegno dei delinquenti, pur servisse alla sua parte politica, pretendendo dimissioni e condanne preventive.

È giusto dire basta.

Purtroppo la magistratura è spaventosamente indecorosa.

Anche qui non nella sua totalità.

Lo è quella parte che opera, indagando e sentenziando sempre senza la controprova dei fatti, ma sempre secondo la convenienza della propria opinione.

Noi abbiamo la possibilità di dire che dei magistrati hanno travisato tutto sentenziando su un tragico dramma della storia italiana.

Sul disastro di Ustica possiamo dire, autorizzati dal Consiglio Superiore della Magistratura, che i magistrati civili hanno travisato fatti e testimonianze e imbrogliato su atti giuridici per sentenziare e fare in modo che i cittadini italiani siano derubati di centinaia di milioni di euro.

Ma nessuno interviene.

Ecco il dramma di questo Paese.

Una parte della giustizia ed una parte della politica che imbrogliano.

È giusto dire basta.

Almeno in questo caso, visto che chi litiga è parte della stessa logica giustizialista abbiamo il diritto di avere Giustizia!