di Eugenio Baresi

Non si tratta di essere contro, si tratta di registrare i fatti.

Governo, Parlamento, Regioni… ognuno o fa danni o non fa nulla.

Ci hanno salvato i Sindaci, gli unici che pur con modeste risorse hanno cercato di dare risposte, di resistere alla pressione degli eventi, di offrire tutto quanto era nel loro potere.

Non è quindi schierarsi in una facile critica per appartenenza ad una parte, è semplicemente sottolineare quell’unica forza che ci è rimasta e che appartiene alla storia del nostro Paese: le autonomie locali.

Quelle autonomie che, pur abbandonate, non abbandonano i loro cittadini.

Un governo che continua a pretendere il diritto di poteri assoluti nell’incapacità di qualsiasi azione.

Sono quasi due mesi che è stato illustrato il decreto Cura Italia, ma gli effetti sono rimasti incollati alle parole del suo annuncio.

La cassa integrazione per i lavoratori è un miraggio.

Ed è penoso che si rimpallino le responsabilità l’Inps e le Regioni, così come è disdicevole che i modesti rappresentanti politici delle diverse parti si affannino ad indicare la responsabilità sempre negli altri.

Ed è semplicemente paradossale che il presidente del coniglio finalmente pensi sia sufficiente informare che un ennesimo decreto semplificherà le procedure.

Ancora allucinante che alle imprese nulla sia giunto.

Invece di promettere finanziamenti, che per molti sono poi impossibili ad ottenersi, aboliscano per quest’anno le tasse e le imposte.

Lo abbiamo indicato ormai da due mesi e questo comporterebbe semplicemente che i soldi le imprese li trattengano, non li perdano, nel mentre sperano nel miraggio di un sostegno che non arriva.

I redditi regalati senza attenzione e che ormai assumono i più incredibili nomi vengano cancellati.

Vengano dati i soldi ai Sindaci per sorreggere chi è nel bisogno.

Anche questo lo suggeriamo da due mesi.

Abbiamo maree di comitati di esperti che lo sono per il semplice fatto di essere stati inseriti in uno dei comitati.

Abbiamo contemporaneamente un parlamento di incapaci che non valutano nulla e non propongono nulla, mentre proprio la storica organizzazione secondo le competenze delle varie commissioni, avrebbe potuto e dovuto analizzare, suggerire e proporre.

Abbiamo Regioni che decidono di aprire qualche cosa più o qualche cosa meno, abbiamo chi oggi deve richiudere perché un tribunale lo stabilisce e nello stesso tempo chi domani apre le stesse cose in attesa che magari un altro tribunale confermi l’apertura.

Ora stiamo aspettando il decreto Crescita che ha sostituito il decreto Maggio che essendo partito come decreto Aprile pare sia il decreto del pesce d’aprile… in ritardo pure quello.

Ritornare all‘età dei comuni non è possibile, ma immaginare un futuro con i Sindaci che si fanno protagonisti per organizzare una nuova aggregazione politica di capaci e volonterosi potrebbe essere una speranza possibile,