di Eugenio Baresi
In Italia negli anni ’50 e ’60 l’impegno era per ricostruire e per iniziare a consolidare.
Divenimmo un esempio nel mondo e la nostra moneta rappresentava un sicuro investimento ed una certezza.
Insomma il buon governo, la capacità dei politici e degli amministratori.
Ma anche il meglio dell’ingegno che trovava accoglienza e possibilità di esprimersi.
Allora per descrivere un locale alla moda si diceva. “si incontrano semplici cittadini, politici, artisti e letterati”.
Oggi parrebbe una presa in giro.
Ma cosa c’entra Villoresi Ovest?
Villoresi Ovest è ed era un’area di rifornimento e ristoro realizzata su quella che era stata la prima autostrada in Italia, l’Autostrada dei laghi Milano Varese.
Eravamo nel 1958 e un imprenditore innovativo come Mario Pavesi, producendo per altro cose del tutto normali come possono essere i biscotti, promuovette la realizzazione di una struttura nell’ambito dei nuovi servizi alla mobilità che in Europa per primi lanciammo e che offrisse non solo carburanti.
Divenne simbolo dell’architettura e del design.
L’architetto Angelo Bianchetti, non uno qualsiasi, ne disegnò con maestria quella incredibile immagine di modernità e di affermazione per un Paese che cresceva e si sviluppava.
Persino gli americani che del “progresso” sono stati sempre gelosi custodi ne significarono le lodi con la pubblicazione in copertina sulla rivista Life.
Oggi è stata demolita.
Adeguarsi alle nuove esigenze è ovviamente comprensibile e financo necessario, ma demolire una icona del design e dell’architettura è sicuramente inspiegabile.
Pare l’ennesimo segno dei tempi.
La disgrazia di un Paese che non conosce, affidato a senza storia e senza lavoro.
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