di Eugenio Baresi
Il Ministro dell’economia è fortunatamente un Politico.
Esperto di istituzioni, di vita, di storia e di cultura… non un economista.
Esattamente quello che serve perché le decisioni da assumere, quando le variabili che le condizionano sono tante, non possono mai essere legate alla visione specialistica di un tecnico
Dovrebbe essere sostenuto, dovrebbe rappresentare quel catalizzatore di buone intenzioni e di fatti concreti che servono al Paese.
Cominciare dall’Europa potrebbe sembrare una provocazione.
Ma vale la pena sottolineare che le sue buone conoscenze hanno ottenuto che uno strumento pericoloso ed iniquo potesse trovare nel suo utilizzo una modifica temporanea e a tema, ma sostanziale.
Del MES in queste pagine abbiamo delineato tutte le negatività nella versione del governo Monti e in quella che ci saremmo ritrovati se non ci fosse stato questo disastro.
Ma non sono sciocchezze i 37 miliardi che potremo ottenere, se senza condizioni, per l’emergenza sanitaria.
È opportuno che chi vuole essere autorevolmente alternativo con proposte di Governo credibili lo accetti.
Non ha senso mantenere bandierine su postazioni che il fronte ha già abbandonato.
È poi utile e determinante agire ognuno, per e nelle rispettive forze, affinché gli ulteriori stanziamenti siano rapidi.
Il risultato sarebbe per tutti positivo e decisivo.
Passando al fronte interno sarebbe opportuno aiutare il Ministro a districarsi fra personaggi che lasciano perennemente il dubbio sul contenuto del loro agire, ma purtroppo lasciano perentoriamente la certezza della loro incapacità… e quindi palle al piede per l’azione del Ministro e del Governo.
Liberiamolo sostenendolo.
Le azioni necessarie sono tutte ed esclusivamente a debito.
Un debito che graverà e dovrà essere coperto.
L’esperienza insegna che purtroppo, alcune volte, non sono in grado di garantirlo nemmeno le più serie intenzioni e spesso nemmeno le competenze accertate.
Allora deve esserci una coralità di buone intenzioni affinché tutte le risorse siano nella direzione del lavoro e dell’impresa… puntualmente distribuite.
Ne abbiamo lungamente parlato modestamente proponendo.
Allora un solo ulteriore spunto.
Controverso, molto controverso serve a fare un esempio, anzi raccoglie due punti controversi.
Il lavoro nei campi.
Sappiamo tutti che grande parte nelle diverse raccolte stagionali, in certe zone, è garantita da lavoratori occasionali e spesso nemmeno regolari.
Regolarizziamoli tutti, facciamo emergere il lavoro, mandiamo anche i percettori dei redditi vari.
Togliamo le tassazioni che rendono non competitiva la regolarizzazione ed avremo redditi reali, creati dal lavoro.
Nessun sussidio, ma lavoro, nessun sfruttamento, ma dignità.
Ogni forza politica dovrà fare un passo a lato rispetto ai suoi voleri, ma sarà un passo avanti per tutti… e questo passo avanti per tutti dovrebbe essere lo scopo dell’agire politico.
30 Aprile 2020 at 09:11
Che progressista! Bravo Eugenio
30 Aprile 2020 at 13:11
Come dice il mio amico Franco: il buon senso.
Solo che è spesso più semplice essere sempre rinchiuso nel recinto di una parte.
Devo dirti che è anche più vantaggioso… e nel mio piccolo, non amando recinti, ne ho avuto la prova nella rapida dismissione …
30 Aprile 2020 at 10:16
Non dire cose di troppo buon senso… altrimenti finiscono nel bidone della spazzatura…