Fatti e Commenti

pensieri sull'attualità

Autore: Eugenio Baresi (page 3 of 30)

Nella RAI ci sono giornalisti che pretendono di diffondere solo quello che loro vogliono. Si chiama censura.

di Eugenio Baresi

Quest’anno vi è il 40° tragico anniversario della tragedia di Ustica.

Il Presidente della Repubblica, di fronte alle inconcepibili sentenze difformi fra magistrati penali e civili, lo scorso anno ha inviato questo messaggio:“Confermo il costante impegno per la ricostruzione univoca delle circostanze in cui persero la vita tanti nostri concittadini”.

L’USIGRAI, associazione di giornalisti, pretende che la RAI divulghi solo quello che lei vuole.

Sono come i censori dei peggiori regimi dittatoriali che cancellano e umiliano il dovere della correttezza nell’informazione.

Parrebbe impossibile per un sindacato di giornalisti dipendenti di un servizio pubblico.

Pretende che venga annullata la voce di chi difende quanto stabilito dall’unico processo che ha fatto indagini, perizie e confronti dibattimentali per 247 udienze giungendo ad escludere senza alcun dubbio che il disastro sia stato causato da una battaglia aerea.

Pretende che la RAI, servizio pubblico, diffonda e comunichi solo quanto loro vogliono sentire affermato e cioè che la tragedia di Ustica è stata causata da una battaglia aerea.

Già ha ottenuto di trasmettere una trasmissione insultante e di fronte allo sconcerto ed alla richiesta di far sentire correttamente la voce di chi difende le sentenze della magistratura penale si oppone.

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L’ultima certezza: il Presidente della Repubblica.

di Eugenio Baresi

Fortunatamente abbiamo ancora una speranza che questo nostro Paese possa trovare una certezza rispetto ai marosi delle inutili e dannose storie che vengono raccontate.

Il Presidente della Repubblica è un uomo che ha una sua storia di convinzioni e di appartenenze.

Ma ha la capacità di essere coerente senza tradire i suoi valori per la convenienza dell’occasione da prendere.

Non afferma di mantenere la parola, sempre riferendosi per comodità all’ultima affermata.

Mantiene la serietà di una parola che non è un casuale accordo di lettere quanto piuttosto un impegno di valori, di comportamenti e di coerenza.

Il disvalore che abbiamo conosciuto in una parte della magistratura, con le collusioni politiche e giornalistiche, ha trovato una censura non formale e non ipocrita e nemmeno ha concesso l’utilità del silenzio che taluni hanno imposto alla vicenda.

Ma contemporaneamente non consente la strumentalizzazione per distruggere il tanto di buono che permane.

Ne avessimo avuti di simili Presidenti della Repubblica.

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Verità per Ustica: anche la Rai vuole depistare

Il nostro unico impegno è teso ad evitare che i cittadini italiani vengano derubati di un miliardo di euro dopo averne già perduti centinaia di migliaia.

Noi non guadagnamo nulla, vogliamo solo la verità.

Se il Presidente del Consiglio non fa conoscere i documenti segreti che la legge non consente di mantenere tali saremo costretti a divulgarli.

 L’Associazione per la verità su Ustica ha inviato una lettera al Presidente della RAI Marcello Foa, al Direttore generale Fabrizio Salini e al Direttore Rainews Antonio Di Bella in relazione al preannunciato speciale su Ustica del 27 giugno.

La lettera è di Giuliana Cavazza, Presidente Associazione Verità su Ustica che nel disastro ha perso la mamma.

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Il casino di una villa… pensavamo un film intrigante… invece un fumetto in bianco.

di Eugenio Baresi

Come in un fumetto sono evaporate nella nuvoletta del nulla tutte le parole che si sono inseguite nel casino che il presidente del coniglio ha realizzato a Villa Pamphili.

Uno sceglie un nome altisonante, per realizzare una idea altisonante, in un tempo nel quale serve proprio che si prendano misure altisonanti.

Fuuhh… è l’unico sospiro che si è percepito.

Insomma come è possibile che non vi sia un succinto elenco di provvedimenti, con motivi della scelta e prospettiva dei risultati e soprattutto con la data della approvazione di ognuno?

Alla fine dell’ennesima giornata sappiamo che ci è stato comunicato: annunceremo.

Governare significa operare con concretezza.

Governare significa compiere atti certi, provvedimenti verificabili e iniziative visibili.

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La calunnia a geometria variabile.

di Eugenio Baresi

Non entriamo nella valutazione delle accuse ai cinquini di aver preso soldi dal regime venezuelano.

Aspettiamo fiduciosi, con poca fiducia, che la magistratura ci informi della sua solerzia.

Solo che in Italia qualsiasi cosa è a geometria variabile, cioè si modifica rispetto agli interessi propri e degli amici.

Certo bisogna essere ai comandi per poter apportare modifiche.

È per questo che siamo poco fiduciosi perché di quelli che hanno il comando delle indagini e delle informazioni non abbiamo fiduciosa opinione.

Ma quello che si vorrebbe sottolineare è che la scarsa fiducia dovrebbe essere superata proprio da una forte richiesta di investigare su tutto da parte dei protagonisti colpiti dal dubbio delle accuse.

Derubricare il tutto a calunnia è troppo facile e politicamente indecoroso.

Soprattutto per chi sulle calunnie ha costruito il suo successo.

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L’ipocrisia, i violenti e gli antidemocratici.

di Eugenio Baresi

Anche da noi abbiamo avuto la nostra statua imbrattata, troppo faticoso distruggerla.

Ma in giro per il mondo, dove ci sono meno fannulloni pagati, hanno provveduto a danneggiare statue e quant’altro.

Ovviamente di razzisti, antidemocratici, possibilmente attribuiti alla destra.

La cosa curiosa è che non accade mai che ci siano attacchi così ben organizzati e così generalizzati a immagini di sinistra.

Però ci raccontano che gli odiatori ed i violenti sono solo quelli dell’altra parte.

Ci ricordiamo bene la violenza politica, di destra e di sinistra, e purtroppo l’abbiamo vissuta in diretta e mai vorremmo che si ritornasse a quelle tragiche esperienze.

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Speranza

di Eugenio Baresi

La speranza può essere un atteggiamentto positivo se unito soprattutto all’ottimismo.

Ma in questo caso non si vuole parlare di atteggiamenti e propensioni quanto di una persona.

Il ministro della sanità si chiama Speranza… e non è un gioco di significati quello che si vuole introdurre.

Il ministro non è certamnete uno statista con un curriculum degno di qualche nota.

Non avendo mai fatto altro che attività politica non si può immaginare qualche caratteristica peculiare, si può immaginare una particolare dose di abile concretezza nel promuoversi vista la rapidità e continuità con cui ha assunto i vari incarichi.

Ma può anche immaginarsi una capacità nel farsi apprezzare.

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Notizia: siamo in prossimità di un possibile attentato ad un aereo.

di Eugenio Baresi

Se così detta qualche giorno prima, reiterata sinteticamente la mattina e la sera accadesse che esplode un aereo una simile informazione data da uno, e che uno!, sarebbe una notizia…

Basterebbe conoscerla.

Stiamo parlando di Ustica.

Aspettiamo fiduciosamente di conoscerla.

Intanto invece ecco l’ennesima notizia, quella ce la fanno conoscere, inventata con fantasia, che il solito gruppo di disinformatori produce, che la solita parte di magistratura tenta di promuovere e così si derubano gli italiani e la verità.

Quasi ogni anno una e siamo alla trentaduesima “nuova” verità, sempre diversa, che ci raccontano.

Avrebbero carpito da una registrazione nota e stra analizzata parole incredibili.

Ma la fonte è una registrazione, non l’originale, con incongruenze tecniche, temporali e contenuta nel sito raccoglitore dei teorici del missile.

Incredibile.

Quest’anno c’è una ulteriore novità però.

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Il casino di villa Pamphili.

di Eugenio Baresi

Non vorremmo sembrare scortesi rimembrando un meretricio in riferimento agli stati generali del presidente del coniglio.

D’altro canto il termine ambiguo lo ha usato lui in riferimento al luogo.

Quindi se doppio senso può esserci non è di nostra responsabilità.

Certo che immaginare una cosa a porte chiuse in una villa così, ai cinefili, fa venire in mente Eyes Wide Shut.

Poi è curioso che quelli che volevano aprire tutto… oggi ormai fanno tutto senza che si sappia… si sono proprio chiusi loro nel comodo velluto della agiatezza romana.

Ma veniamo al punto.

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Il pericolo dell’imbecillità.

di Eugenio Baresi

L’imbecillità non è mai nella gente comune.

La gente comune è strumentalmente coinvolta informandola male e istigandola ancor peggio.

L’imbecillità risiede in chi ha il potere di attuare l’informazione e l’istigazione.

Ne è la prova quanto sta avvenendo in conseguenza dell’uccisione di George Floyd.

Che l’omicidio sia da condannare è ovvio, che il poliziotto che lo ha ucciso sia un delinquente lo abbiamo già ripetutamente affermato, che il razzismo sia un male cattivo è da urlare.

È però da denunciare come insopportabile la strumentalizzazione che è stata attuata soprattutto da politici indecorosi, fomentatori di disordini e approfittatori di furti.

George Floyd non era uno stinco di santo.

In compenso David Dorne di cui nessuno parla era una brava persona.

Entrambi uccisi, entrambi afroamericani… ma uno utile e l’altro inutile… ai disonesti.

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